03 - Età tardo antica

Raffigurazione di una linea fortificata lungo una catena montuosa e di una cittaÌ€ difesa da mura nella Notitia Dignitatum utriusque imperi (originale IV - V sec.; copia XVI sec.)La particolare conformazione del rilievo e la sua collocazione, a dominare la vallata dell’Olona, lungo la strada che collegava Como a Novara, suggeriscono la possibilità di un inserimento di Castel Seprio nei sistemi di difesa tardoromani dei territori alpini. Un limes (confine) militare testimoniato da numerose fonti, che per le Alpi centrali e occidentali pare svilupparsi soprattutto fra IV e V secolo e che, nel territorio tra Ticino e Adda, era principalmente rivolto alla salvaguardia di Milano, già capitale imperiale, con Bellinzona come baluardo ai piedi delle Alpi.
Il ritrovamento, anche se in modesta quantità, di reperti databili proprio tra IV e V secolo, in particolare di monete, recipienti in vetro e ceramiche, sembrerebbe confermare una presenza tardoromana nell’area del pianalto; una fase di militarizzazione agli inizi del IV secolo potrebbe essere confermata in particolare dal follis di bronzo di Massenzio (307-309/310).
Suggestiva ma non certa risulta l’attribuzione alla fase di uno stanziamento militare tardoromano, precedente il castrum, di resti di tre torri disposte all’interno delle successive mura di fortificazione. Alcune differenze nella tecnica costruttiva di queste strutture rispetto alle altre fortificazioni del castrum, dove compare materiale lapideo romano reimpiegato, potrebbero indicare una loro diversa origine.
Il follis ritrovato a Castel Seprio costituisce una preziosa testimonianza del tumultuoso periodo che vide Massenzio contrapporsi a Costantino I. Infatti, dopo l’abdicazione di Diocleziano e di Massimiano Erculeo, maggio 305, il sistema tetrarchico (con due Augusti e due Cesari), ideato da Diocleziano per consentire una pacifica successione al trono imperiale, si rivelò fragile per le ambizioni degli Augusti e dei Cesari. La guerra contrappose Massenzio, figlio di Massimiano Erculeo e dominatore dell’Africa e dell’Italia, a Costantino, padrone delle Gallie e della Britannia, e a Licinio, Augusto della parte orientale dell’Impero. Massenzio emise la moneta quando ancora controllava la zecca alto-adriatica di Aquileia, fra il 307 e il 309/310, prima di ritirarsi con i suoi eserciti verso l’Italia centrale e Roma.
Lo studio dei ripostigli con emissioni di Massenzio e la scarsità dei ritrovamenti isolati rivelano che le monete del rivale di Costantino I furono usate soprattutto in ambito militare (pagamento del soldo alle truppe) e uscirono presto dalla circolazione dopo la sua sconfitta e la sua morte nella battaglia di Ponte Milvio a Roma il 28 ottobre 312, che assicurò a Costantino il Grande il controllo sull’Occidente dell’Impero.

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Sala II, Italia, Lombardia, Varese